Innovazione - Incentivi per 300 milioni alle imprese
Trecento milioni per progetti di ricerca e sviluppo. È la benzina che il governo prova a inserire nel sistema produttivo sbloccando in questi giorni il Fondo per la crescita sostenibile, creato con il primo decreto crescita del governo Monti attraverso l'abrogazione di 43 norme di incentivazione nazionali. Dopo un lungo iter, è stata predisposta la bozza del decreto firmato dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e ora alla Corte dei conti per la registrazione. I 300 milioni sono una quota consistente del Fondo che tra risorse del vecchio Fit (Fondo innovazione tecnologica) e norme già abrogate ha una consistenza di 657,81 milioni, a cui si aggiungeranno 186,48 milioni, già impegnati e in attesa della disponibilità di cassa per il versamento, per una disponibilità complessiva di 844,29 milioni. Sbloccati i primi 300 milioni, nei prossimi mesi lo Sviluppo economico si concentrerà sulla restante quota di 544 milioni, probabilmente mediante procedure negoziali con grandi imprese. Il decreto prevede invece che le agevolazioni siano concesse sulla base di una procedura valutativa con procedimento a "sportello". In pratica, le imprese avranno diritto alle agevolazioni esclusivamente nei limiti delle risorse disponibili. Le cifre in gioco, considerando che il plafond è al momento limitato a 300 milioni, sembrano privilegiare più l'entità dei progetti che la loro numerosità. Il "bonus" è in forma di finanziamento agevolato, fino a un massimo di 2,1 milioni per impresa. Una quota pari al 60% è riservata ai progetti di ricerca e sviluppo proposti dalle micro, piccole e medie imprese e dalle reti di imprese, a condizione che queste imprese rappresentino la maggioranza dei proponenti. Il 25% di questa riserva, poi, è a sua volta destinato alle micro e piccole imprese. Il via libera alla prima tranche del Fondo è arrivato dopo diverse ipotesi di studio, anche frutto di divergenti scuole di pensiero rappresentate da diversi tecnici dello stesso ministero. A conti fatti, lo Sviluppo economico adesso sembra percorrere due strade: da un lato gli strumenti per le startup innovative (varati con il decreto crescita 2.0), dall'altro strumenti di incentivazione più vecchio stile, seppure fortemente ancorati al tema dell'innovazione. I 300 milioni sono destinati a imprese industriali, di trasporto, dell'agroindustria, artigiane, centri di ricerca. Sono possibili progetti congiunti, fino a 3 Pmi, mediante contratti di rete, consorzi o accordi di partenariato (e in questi casi possono partecipare anche organismi di ricerca). I progetti possono arrivare fino a 3 milioni di spese ammissibili, delle quali agevolabili il 70% per le piccole imprese (fino a 2,1 milioni), il 60% per le medie e il 50% per le grandi. Per rientrare nei benefici, è necessario prevedere attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale per la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi e per il miglioramento degli stessi, tramite sette categorie tecnologiche: informazione e comunicazione; nanotecnologie; materiali avanzati; biotecnologie; fabbricazione e trasformazione avanzate; spazio; tecnologie per realizzare il programma Ue Horizon 2020. Quanto al termine di apertura e le modalità per la presentazione delle domande, bisognerà attendere un successivo provvedimento della direzione generale del ministero. Ad ogni modo, i progetti devono prevedere spese ammissibili comprese tra 800mila e 3 milioni di euro, avere una durata di almeno un anno e mezzo e massimo 36 mesi (possibile una sola proroga annuale per l'ultimazione) e devono essere avviati successivamente alla domanda di agevolazione, e comunque non oltre tre mesi dalla data del decreto di concessione. Se sono presentati congiuntamente da più soggetti, è necessario che ogni proponente sostenga almeno il 10%. Fonte: Il Sole 24 Ore Per maggiori informazioni contattaci, sarà Nostra premura rispondere il prima possibile. [divider_line type="divider_line" el_position="first"] [rev_slider_vc alias="Newsletter" el_position="last"]
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