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Incentivi - Nuove imprese a tasso zero

10 set 2013

Addio sostegno all'Autoimprenditorialità. Al suo posto arriverà una nuova agevolazione, denominata «Nuove Imprese a tasso zero». La buona notizia è che sarà per giovani e donne di tutta Italia; la cattiva è che non ci saranno più contributi a fondo perduto, ma solo finanziamenti a tasso agevolato. Il nuovo decreto del Fare bis allo studio del governo segnerà, infatti, la fine dell'incentivo gestito da Invitalia, il cui bando, per altro, è chiuso dal 24 aprile scorso, sebbene il decreto legge Lavoro (n. 76/2013, convertito nella legge 99/2013) lo abbia recentemente rifinanziato con 26 mln di euro per l'anno in corso, 26 mln per il 2014 e altri 28 mln di euro per il 2015. Fondi che serviranno evidentemente a sostenere l'altra misura istituita dal dlgs 185/2000 e gestita da Invitalia, denominata Autoimpiego. Ma, tornando alla nuova agevolazione, va detto che si tratta di una misura che, in sostanza, riscrive integralmente l'incentivo soppresso, tarandolo su nuove esigenze. Le differenze che spiccano sono queste:

  • Estensione. La nuova agevolazione viene estesa all'intero territorio nazionale, mentre l'Autoimprenditorialità era riservata al solo Mezzogiorno e ad altre zone individuate dalla Carta degli aiuti di stato a finalità regionale 2007/13 e dal decreto del ministero del lavoro 14 marzo 1995.
  • Forma delle agevolazioni. Scompare la quota di contributo a fondo perduto «per garantire una maggiore selettività dei progetti finanziati». Resta invece la forma di incentivazione attraverso il mutuo agevolato. In particolare ai soggetti beneficiari verranno concessi mutui agevolati per gli investimenti, a tasso zero, da restituire al massimo in otto anni, sino a un massimo del 75% della spesa ammissibile a finanziamento. Mutui che, dice la bozza di decreto, «potranno essere assistiti dalle garanzie previste dal codice civile e da privilegio speciale, acquisibili nell'ambito degli investimenti da realizzare». Per capire di quale privilegio si tratta occorrerà attendere nuove disposizioni dal ministero dello Sviluppo economico. In ogni caso, l'intensità e i massimali di aiuto previsti per questo strumento saranno quelli indicati dalla disciplina Ue de minimis.
  • Beneficiari. L'agevolazione per l'Autoimprenditorialità era rivolta a imprese composte in maggioranza (di soci o capitali) da giovani tra 18 e 35 anni. Ed puntava a promuovere la creazione di nuove società o l'ampliamento di società esistenti. L'incentivo «Nuove imprese a tasso zero», invece, come è ovvio è rivolta a nuove attività. E ha una griglia più definita. Cioè potranno accedervi le imprese
    • costituite da non più di sei mesi alla data di presentazione della domanda di aiuto;
    • di piccola dimensione (Regolamento Gber);
    • in forma societaria, a esclusione delle società cooperative;
    • in cui la compagine societaria è composta, in maggioranza assoluta e di quote partecipazione, da soggetti di età compresa tra 18 e 35 anni, o da donne.

Dunque, a differenza dell'Autoimprenditorialità, oltre ai giovani potranno accedere ai benefici delle «Imprese a tasso zero» anche le attività costituite in maggioranza da donne.

  • Entità e natura degli investimenti agevolati. La vecchia agevolazione finanziava investimenti non superiori a 2,5 mln di euro. Il nuovo incentivo, invece, ridimensiona le ambizioni, con l'obiettivo di sostenere investimenti di media dimensione. In particolare potranno essere finanziate attività, che prevedano investimenti non oltre 1,5 mln di euro. E se la vecchia Autoimprenditorialità definiva genericamente la produzione di beni e la fornitura di servizi come ambito di elezione, il decreto Fare bis individua una griglia più specifica. E cioè:
    • la produzione di beni in ambito artigianale e industriale e la fornitura di servizi a favore delle imprese appartenenti a qualsiasi settore;
    • la fornitura di servizi nella fruizione dei beni culturali, nel turismo, nella manutenzione di opere civili e industriali, nell'innovazione tecnologica e nella tutela ambientale.

Restano escluse dall'agevolazione le attività di pesca, la produzione primaria di prodotti agricoli e il comparto carboniero Conferme. Infine, si diceva la bozza di decreto Fare-bis conferma lo strumento esistente dell'Autoimpiego (Titolo II del dlgs 185/2000) e le relative misure agevolative per lavoro autonomo (in forma di ditta individuale per investimenti fino a 25.823 euro), microimpresa (in forma di società di persone, per investimenti non superiori a 129.144 euro) e franchising (in forma di ditta individuale o di società, da realizzare con Franchisor accreditati con Invitalia). Fonte: Italia Oggi Per maggiori informazioni contattaci, sarà Nostra premura rispondere il prima possibile. [divider_line type="divider_line" el_position="first"] [rev_slider_vc alias="Newsletter" el_position="last"]

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