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Pmi - Vincoli «soft» per il Fondo garanzia

09 ott 2013

Criteri più «soft» per accedere al Fondo di garanzia per il credito alle Pmi. Dopo una serie di riunioni tra i tecnici del governo e i rappresentati di imprese e banche, il decreto ministeriale che rafforza lo strumento è ormai pronto: mancano le ultime correzioni formali alla bozza, poi il testo marcerà verso la Gazzetta ufficiale. Ritardi a parte (secondo quanto previsto dal decreto del fare, il testo avrebbe dovuto essere emanato già da due settimane) le Pmi si aspettano un cambiamento di rotta significativo con ricadute sui flussi di credito erogati dalle banche. Viene esteso l'accesso al Fondo anche a imprese strutturalmente sane ma i cui bilanci sono stati colpiti dalla crisi degli ultimi anni, aggiornando, «in funzione del ciclo economico e dell'andamento del mercato finanziario e creditizio, i criteri di valutazione delle imprese». Basti pensare che, sulla base di dati di bilancio 2011, solo il 13,7% delle piccole imprese manifatturiere presentano un rapporto Mol/fatturato maggiore o uguale al valore di riferimento (15%) che viene utilizzato per la valutazione delle richieste di garanzia. Le regole generali Vengono innanzitutto fissati dei nuovi criteri di carattere generale. Per essere ammessi all'intervento del Fondo, non bisogna avere protesti, pignoramenti, ipoteche giudiziali eccetera a proprio carico o dei soci e non devono esserci crediti scaduti o sconfinanti verso la banca o il Confidi da più di 180 giorni. Novità anche per gli studi professionali, ai quali (su tutto il territorio nazionale) viene esteso il modello di valutazione per imprese sottoposte al regime di contabilità semplificata o forfetaria, non valutabili sulla base dei dati di bilancio. Meno «paletti» In particolare, si fissano nuovi criteri sia per la procedura ordinaria (valutazione di merito da parte del Comitato del Fondo) sia per quella semplificata (iter sostanzialmente automatico). La bozza prevede la riduzione del valore di riferimento per l'indicatore Mol/fatturato che scende dal 15 all'8 per cento. Contemporaneamente, si sostituisce l'indicatore oneri finanziari/fatturato con l'indicatore Mol/oneri finanziari lordi e – limitatamente alle imprese in contabilità ordinaria dei settori commercio, servizi ed alberghi – si passa dal criterio attivo circolante/fatturato al rapporto tra mezzi propri e totale passivo. Non basta. Perché sarà più difficile rientrare in Fascia 3 (quella delle imprese in condizioni peggiori) e quindi vedersi bocciare la richiesta. Viene eliminato il riferimento al rapporto finanziamento/fatturato per le operazioni di durata non superiore a 36 mesi, in base alla quale l'impresa era assegnata in ultima Fascia. Inoltre, indipendentemente dal punteggio ottenuto, occorrerà che il Mol risulti negativo negli ultimi due bilanci approvati e (nel caso di imprese sottoposte a regime di contabilità semplificata o forfetaria) bisognerà che l'impresa non presenti un utile in almeno uno degli ultimi due esercizi chiusi. Cambiano, come detto, anche i criteri per la procedura semplificata. L'importo dell'operazione finanziaria (sommato agli altri eventuali affidamenti già garantiti dal Fondo e non ancora rimborsati) non deve superare il 40% del fatturato dell'impresa (il limite precedente era più basso: 30%). Nel caso di operazioni finanziarie fino a 36 mesi, il limite sale invece al 30% rispetto all'attuale 20%. Contemporaneamente, però, si introduce una nuova condizione per essere ammessi alla procedura semplificata: l'impresa non deve presentare un Mol negativo nell'ultimo bilancio approvato. Secondo i tecnici del governo, comunque, la diminuzione del valore Mol-fatturato faciliterà il conseguimento di punteggi migliori e, quindi, l'accesso nella Fascia 1 di valutazione. Fonte: Il Sole 24 Ore Per maggiori informazioni contattaci, sarà Nostra premura rispondere il prima possibile. [divider_line type="divider_line" el_position="first"] [rev_slider_vc alias="Newsletter" el_position="last"]

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