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Fondo Garanzia - Aperto a professionisti e Pmi in "crisi"

10 feb 2014

Una lunga attesa, necessaria per mettere a punto un testo di 50 pagine tra articolato e allegati. È finalmente all'esame della Corte dei conti, in vista della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il decreto dello Sviluppo economico di concerto con il ministero dell'Economia che disciplina i nuovi criteri di accesso al Fondo centrale di garanzia, strumento ampiamente utilizzato negli ultimi anni in chiave anti-credit crunch. Il provvedimento, che attua una norma contenuta nel decreto del Fare dello scorso giugno, contiene due rilevanti novità: apre il Fondo anche ai professionisti e amplia il raggio d'azione consentendo l'accesso anche a Pmi che hanno bilanci peggiorati per effetto della crisi. Inoltre, per una vasta gamma di operazioni, la percentuale massima della garanzia diretta concessa dal Fondo viene innalzata da un massimo del 70 all'80 per cento. Professionisti Il decreto si compone complessivamente di 8 articoli. Il settimo prevede l'«estensione dell'intervento del Fondo in favore dei professionisti». In particolare, si stabilisce che possono accedere anche i professionisti iscritti agli ordini professionali e quelli aderenti alle associazioni professionali iscritte nell'elenco tenuto dal ministero dello Sviluppo economico ai sensi della legge 4/2013 e in possesso delle relative attestazioni. Le operazioni finanziarie relative ai professionisti sono ammesse alla garanzia del Fondo entro il limite massimo di assorbimento delle risorse complessive pari al 5% (in termini di accantonamenti operati a titolo di coefficiente di rischio). Valutazione L'altro capitolo centrale del decreto, come detto, riguarda l'aggiornamento dei criteri di valutazione delle imprese in relazione ai mutamenti del ciclo economico e all'andamento del mercato finanziario e creditizio. I nuovi criteri, differenziati per tipo di procedura, per settore economico di appartenenza e in funzione del regime di contabilità (ordinaria e semplificata) a cui è soggetta l'impresa, sono contenuti nel voluminoso allegato al decreto. In sostanza, viene fuori una griglia estremamente articolata di casi e situazioni in cui si esaminano una serie di parametri finanziari aggiornati: rapporto mezzi propri+debiti a medio lungo termine/immobilizzazioni; mezzi propri/totale del passivo; Mol/oneri finanziari lordi; Mol/fatturato; attivo circolante/fatturato. Le imprese vengono divise in fasce in base alle performance e per ogni livello è assegnato un punteggio da 3 a 0, che risulterà determinante per decidere l'eventuale ammissione. Solo a titolo di esempio, si può citare il caso delle imprese in contabilità ordinaria nei settori industria manifatturiera, edilizia, alberghi, pesca. Per il rapporto Mol-fatturato il valore di riferimento è uguale o superiore all'8%, per mezzi propri-totale del passivo il 10%, per Mol-oneri finanziari lordi il 2%. L'intervento del Fondo può essere concesso, senza valutazione dei dati contabili di bilancio, a determinate condizioni solo nel caso di startup innovative, incubatori ed imprese sociali. In linea generale, i valori di riferimento risulteranno più morbidi rispetto a quelli precedentemente in vigore e nel contempo, come effetto dell'apertura a una platea più ampia, il decreto interviene sulla misura dell'accantonamento minimo, a titoli di coefficiente di rischio, che salirà dal 6 all'8% dell'importo garantito dal Fondo sulle singole operazioni. Il ministero dello Sviluppo stima che la riforma porterà al raddoppio delle imprese con i requisiti per accedere al Fondo. Copertura più alta Il decreto, all'articolo 3, disciplina poi l'innalzamento delle percentuali di copertura del Fondo, che in alcuni casi salgono da un massimo del 70 all'80%. La modifica riguarda le operazioni di anticipazione di credito, senza cessione, verso imprese che vantano crediti nei confronti della Pa e le operazioni di durata non inferiore a 36 mesi. La stessa estensione riguarda le imprese localizzate in aree di crisi complessa e quelle dell'autotrasporto. Il provvedimento, infine, contiene misure di semplificazione: dematerializzazione dei documenti necessari per presentare e gestire le richieste di escussione della garanzia e accesso più ampio al sistema informativo da parte delle banche. L'ultima novità, non presente nel decreto attuativo bensì inserita in questi giorni nel Dl Destinazione Italia sotto forma di emendamento, riguarda la sezione speciale per l'imprenditoria femminile che viene finanziata con 20 milioni di euro. Fonte: Il Sole 24 Ore Per maggiori informazioni contattaci, sarà Nostra premura rispondere il prima possibile. [divider_line type="divider_line" el_position="first"] [rev_slider_vc alias="Newsletter" el_position="last"]

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